lunedì 6 ottobre 2014

Leggerezza dell'essere

Invidio coloro che possiedono nel loro animo la leggerezza dell'essere.  Non chi sia superficiale o indifferente al mondo, alle persone e alle cose, ma solo chi ha conosciuto la leggerezza. Quella vera. Io non l'ho mai incontrata.

L'altra sera a cena con la Claudia parlavamo di una amica e del suo senso di responsabilità, quel senso che ti richiama sempre al dovere, all'ordine, a raggiungere la perfezione in casa, in famiglia, nel lavoro, nelle amicizie. Ci siamo guardate e abbiamo detto: "ammazza che palle!"

Meglio vivere per sapere chi ha vestito George e Amal, chi sia il parrucchiere di Kate o vivere ascoltando sempre la propria insostenibile coscienza?

Vi dico una cosa: io mi diverto di più, vivendo per leggere chi abbia confezionato il velo di Angelina o chi sia quella Samantha Cristoforetti che mi ha colpita per il suo entusiasmo ieri sera da Fazio.

Forse perché, in fondo, in fondo, mi annoia  dire che ho lustrato tutta casa, non ho mai saltato la scadenza di una bolletta, ho cucinato tanti manicaretti, ho vissuto per lavorare e per soffrire e soprattutto che non mi manca mai niente nel frigo.

A me manca sempre qualcosa, in ogni tempo ed in ogni attività.

Non raggiungo mai la perfezione, sono felicemente o infelicemente imperfetta.

Chissà se sia per questo, che adesso, cerco un po' di leggerezza e se possibile anche un po' di divertimento, in ogni tempo ed in ogni attività.

1 commento:

bricolo-chic ha detto...

o noooo le perfettine noooo!!! Anche perchè prima o poi sbroccano, o loro o i poveri mariti

Quindi evviva la leggerezza, quando ce vo' ce vo'!